Street Photographers di Diego Bardone

“Street Photographers”

a cura di Diego Bardone

Diego Bardone

Diego Bardone

Dato per assodato che ognuno di noi abbia dato un perché ed un percome al proprio fotografare (fotografare qualsiasi cosa ci passi sotto il naso non porta davvero da nessuna parte), c’è un aspetto dello stare in strada (che esula totalmente da quella che poi in realtà è la fotografia di strada) che adoro ed è quello che, per forza o per amore, capita quando si vagabonda per le vie delle nostre città, ovvero il contatto con la gente. Per capirci, personalmente se non “rubo” una foto non mi sento mai appagato, però a volte il contatto col le persone va oltre a quella che poi sarà una mera e nuda fotografia. In soldoni a volte capita di interagire con il proprio prossimo (il classico: scusi posso farle una fotografia?) e questo da la possibilità, avendone voglia, di conoscere realtà che altrimenti non “incontreremmo” mai. Due chiacchiere, un racconto, lo scambio di indirizzi, semplici esperienze umane che poi forse anche inconsciamente contribuiscono ad accrescere il nostro bagaglio umano e perché no anche quello fotografico. Nel mio peregrinare per Milano ho spesso avuto la fortuna di “incontrare” persone con cui poi ho allacciato rapporti di amicizia, a differenza di quanto molti pensano le persone se ci si pone nella giusta maniera sono meno diffidenti di quel che si crede, ci vuole anche un minimo di “faccia tosta” e poca timidezza, il che ovviamente non esula assolutamente dal portare rispetto verso il nostro prossimo. Sono convinto che si possa fotografare chiunque e qualsiasi cosa ma dipende sempre da come ci approcciamo verso coloro che poi saranno i protagonisti del nostro fotografare. Trovo del tutto scorretto fotografare (rubando ovviamente) persone in difficoltà o fotografare dileggiando il nostro prossimo. Non è assolutamente vero che in nome del diritto di informazione (quale poi??) ci si possa permettere qualunque tipo di porcheria, a questa stregua invece di rompere i cosiddetti al “prossimo” di cui sopra, toccherebbe avere le palle (io non le ho e non le avrò mai) di prendere armi e bagagli e andare a fotografare in qualche “ameno” posto ai confini del mondo (non l’India…eh!)…che so?? Siria senza elmetto potrebbe essere una bella idea, no? A volte penso che gli “streeters” siano reporters “mancati” (le palle di cui sopra).

Tutti, andiamo “oltre” alla cosiddetta legge sulla privacy ma c’è modo e modo e se si ha l’accuratezza di comportarsi come vorremmo che gli altri si comportassero con noi allora i problemi alla fine sono minimi, diverso è se usiamo i nostri inconsapevoli personaggi per dileggiarli (usare la fisicità, tanto per fare un esempio, di una persona per “creare” fotografie “esilaranti” è azione per me spregevole). Nel caso in cui un giudice decida che la nostra immagine (o la didascalia che l’accompagna) è lesiva della dignità altrui, allora son dolori. Delle fotografie che ritraggono minori non vale nemmeno la pena di parlare, non c’è nessun tipo di compromesso o margine di dialogo: è vietato (ovviamente senza il consenso di chi ne ha la tutela) punto e stop, per cui sarebbe cosa buona e giusta “pensare” e pensare bene prima di “alzare” la macchina fotografica in presenza di minori. Il mondo è “piccolo”, non pensate: “ma sì, cosa vuoi che succeda…”, perché poi quando quel “qualcosa” succede non c’è santo che tenga, sono casini.
Vabbè, siamo tutti “bravi Cristi” e allora in primis “tocca” divertirsi quando fotografiamo, molti spesso si dimenticano del lato “ludico” che dal mio punto di vista è la “molla” principale. Fotografo perché mi diverto come un bimbo in un luna park, non “me la meno” mai e per contro mal sopporto coloro che si struggono in nome dell’arte fotografica (ammesso e non concesso che ci sia arte in fotografia). Divertirsi, avere la voglia di stare in mezzo agli altri sentendosi, come già detto, uno degli altri, avere “qualcosa” da “raccontare” e un minimo di onestà intellettuale, per me questa è la ricetta per essere il perfetto “ometto di strada”, poi va da se che non essendo tutti uguali (per fortuna altrimenti il mondo sarebbe un luogo del tutto “stufoso”) ognuno di noi ha il proprio gusto personale ma questa è altra storia…
Quanto ho scritto in fondo “azzecca” poco con l’idea di “creare” una fotografia che racchiuda il vero senso della “street”, però mi sembra propedeutico per “essere” (o perlomeno cercare di essere…) in armonia con tutto ciò che ci circonda quando impugniamo una macchina fotografica per le strade delle nostre città. Scusate il lessico un filo “crudo” ma questo sono…

by Diego Bardone

B&W Soul Vision Portfolio: Andreas Fuchs (Ando Fuchs)

Andreas Fuchs (Ando Fuchs)

a cura di Michele Ciriali

Digital CameraIl blog di Soul Vision si arricchisce con le opere di Ando Fuchs, un artista che nel bianco e nero trova la sua più congeniale modalità espressiva.
Fotografo particolarmente interessato alla street photography, ma che non disdegna esprimersi mostrando bei paesaggi e occasionalmente intensi ritratti, Ando cerca l’anima, il senso lirico intrinsecamente umano, in ogni suo scatto.

Le sue visioni di città animate da presenze discrete, mai chiassose e dal forte impatto sull’osservatore, sono dense di un bianco e nero contrastato e di un rapporto tra luce ed ombre che dona alle immagini notevole forza espressiva e un senso di partecipata drammaticità.

La scelta di Ando di percorrere la via emozionale è evidenziata da una post produzione che spesso “sporca” la fotografia con sottili, calibrate graffiature e grane sfocate che ammorbidiscono i contorni creando un’atmosfera intimistica. I suoi viaggi onirici per le strade urbane, il suo occhio partecipe del quotidiano e la sua capacità espressiva ci donano momenti di bella poesia tratta dall’ordinarietà della vita. Per tutto ciò ringraziamo Ando Fuchs per le opere che ci ha concesso e auguriamo a tutti una buona, intensa visione.

by Michele Ciriali

B&W Soul Vision Portfolio: Martin Iman

La NUDA ESSENZA della BELLEZZA

Di Martin Iman

a cura di Paola Marinangeli

MARTIN IMAN (14)Il nostro Blog oggi si arricchisce di un  Portfolio veramente speciale, un fotografo sublime che molti dei nostri amici conoscono grazie anche a Facebook, MARTI IMAN  una serie di  immagini dedicate al Nudo che mi sollecitano a spendere qualche parola, qualche considerazione sulla tematica del Nudo che e’ da sempre, fin dalla notte dei tempi,  e’ presente nel mondo dell’arte . IL NUDO,  soggetto non facile interpretato in pittura, scultura e poi fotografia dagli artisti piu’ importanti  e famosi di ogni cultura, epoca e paese, un ‘tema’ delicato per le tante sfumature con le quali si puo’ esprimerne l’essenza, di questo affascinante ‘tema’  e non  per caso che ho scelto come ‘titolo’ di questa recensione… proprio queste parole….LA NUDA ESSENZA DELLA BELLEZZA.

Il corpo umano e’, lo si dice sempre, una ‘macchina perfetta’ ma e’ anche un insieme di linee, volumi…curve….superfici….forme…di grande armonia , la luce gioca sui corpi….si esalta nelle forme…..si insinua…riflette…proviamo ad immaginare un corpo ‘nudo’ per un attimo..….osserviamolo come fosse un ‘oggetto’ come fosse solo…un insieme di FORME e proprio con questa idea in mente lasciamoci trasportare dal fascino di questi volumi e dal gioco di luci ed ombre che si creano….su questi volumi….Per un attimo  non lasciamoci incantare dalla sensualita’ che indubbiamente un bel corpo nudo emana….pensiamo ad una ‘scultura’, ad un bozzetto….ad un dipinto….al David di Michelangelo, come ad un disegno di Leonardo…entriamo nella NUDA ESSENZA DELLA BELLEZZA  perche’ questa e’ a mio avviso la descrizione migliore che possiamo fare parlando del nudo artistico come lo fa, come lo interpreta Martin Iman. Scorrendo le immagini che compongono questo portfolio mi colpiscono alcune cose, o meglio sono suggestionata da alcune ‘emozioni’ che vorrei condividere con voi, per prima cosa l’estrema armonia ed eleganza nelle pose, probabilmente le modelle  di Martin sono ballerine…la prima impressione che ho ricevuto ammirando queste foto e’ proprio questo ‘legame’ con il mondo della danza perche’ alcune pose, anche molto ‘difficili’ richiedono l’agilita’, la forza di muscoli ma anche la grazie del movimento che sono tipiche delle ballerine , come non pensare ad un elegante  ‘ardito’ passo di danza  nelle foto che ritraggono la modella …quasi saltare sullo sgabello proiettare d’impeto ma con infinita grazie le gambe in alto creando un gioco di linee…una geometria assolutamente perfetta e di grande impatto in piu’  esaltata dal formato quadrato. I corpi sembrano lievitare nell’aria accarezzati da una luce soffice e da ombre suadenti  sempre perfette che ammorbidiscono i contorni, che creano contrasti tonali di rara eleganza,  non sono corpi nudi, corpi nudi di grande bellezza ma….armonia di volumi, di curve con idea di movimento…di danza, ecco ritorno ancora sul concetto della ‘danza’ intesa come movimento armonioso, come coinvolgimento di ogni muscolo del corpo al fine di creare  ‘’bellezza’’ ed eleganza..PERFEZIONE. Molto bella anche la serie che l’effetto di micro-mosso rende ancora più DINAMICA, la modella che danza appesa  ad un drappo di stoffa che sembra FATTO DI LUCE PURA…. i due nudi vicini, sfumati in un vortice di luce ed ombra  oppure la figura appena toccata dalla luce con la posa del corpo leggermente obliqua ed ancora il formato quadrato che esalta la composizione nella sua stupefacente MODERNA classicita’. Non c’e’ volgarita’, ostentazione, esagerazione in questi nudi e purtroppo ogni giorno  siamo bombardati da troppa,  fin troppa volgarita’ che alcuni vorrebbero definire ‘avanguardia’ oppure liberta’ di espressione….espressione artistica ma ben poco ha a che vedere con l’arte.  La pubblicita’, i media, i gruppi fotografici, le riviste di settore e non….ricorrere al ‘nudo’ e’ sempre un’operazione che attira lo sguardo, focalizza l’attenzione stuzzica quel pizzico di ‘voyerismo’ che forse e’ in ognuno di noi, quell’erotismo che sbattiamo in prima pagina e del quale spesso a sproposito si parla…ma il discorso qui si farebbe complesso rischierei di andare fuori tema mentre il mio scopo e quello che i nostri amici si aspettano da me…da noi….e’ semplicemente parlare di FOTOGRAFIA, di quella fotografia che ci appassiona, che ci ispira, che per nostra scelta editoriale e di ANIMA  e’ espressa in BIANCO E NERO , quella fotografia che indipendentemente dal genere, dal soggetto, dallo strumento usato….ci coinvolge emotivamente che accarezza il  nostro sguardo e questi corpi fatti di luce pura e accarezzati da ombre vellutate sono una carezza per lo sguardo ed un piacere per l’anima. Voglio ringraziare anche a nome di tutto lo Staff Martin Iman per la sua gentilezza e disponibilita’ nel ‘regalarci’ questo portfolio,  ringraziarlo per  aver accolto con entusiasmo  il nostro invito, Complimenti Martin per questa tua ‘ARTE’  che e’….NUDA ESSENZA di BELLEZZA.

by Paola Marinangeli

MARTIN IMAN

MARTIN IMAN

MARTIN IMAN Biography

Fine art photographer

Martin Iman was born in 1969 and lives in Bratislava, Slovak republic. He works in Paris, Prague and Bratislava.
Recent exhibitions of his art photography were held in Paris, Lisbon and Prague. Upcoming exhibitions in 2012 are scheduled in Vienna and Rome. For a long time, Martin’s work focuses especially on emotion, figural composition and dynamics of the model in the light. His preferred style is pictorialism. For Martin, a result – a picture is always more important than the process. He uses digital photography but at the same time the classic film. Martin prefers to work for a particular client “… it’s personal,” … he says, and thus more distinctive but at the same time more difficult. Much of his work was created in Prague and Brno (Czech Republic). Martin is preparing a cooperation with art partners in Paris and Rome. He is married and has 2 children.

The interesantes exhibitions of author at the present time:

  • 01 / 2012 FABRICA Branco de Prata : FEMINAE 
Lisboa, Portugal
  •  10 / 2011 “ATELIER Z” CENTUM supported by Me Christine PEUGEOT 
Paris, France
  • 08 / 2011 Sourek Gallery: Woman
 Prague, Czech Republic
  • 07 / 2011 ARTE Gallery: Naked in Algarve
Algarve, Portugal
  • 03 / 2010 Manes Exhibition Hall : PRAGUE PHOTO
 Prague, Czech Republic
  • anné 2009 Congress Centre : Rok české a slovenské nekomercni foto
Prague, Czech Republic

Info contact: martiniman@azet.sk
http://martiniman.sk

Street Photographers di Diego Bardone

“Street Photographers”

a cura di Diego Bardone

Diego Bardone

Diego Bardone

Terza puntata, per certi versi la più difficile visto che Enzo mi ha chiesto di scrivere qualcosa sul sottoscritto e non è mai semplice (o almeno non lo è per me) parlare di se stessi. Comunque sia partendo un minimo dalla tecnica va ricordato che moltissimi streeters non usano autofocus ne automatismi, ma il sistema zonale (e l’iperfocale) che prevede l’uso della scala metrica e diaframmi sufficientemente chiusi. In soldoni si diaframma e sulla scala metrica riportata sulla lente si ottiene una zona in cui c’è la sicurezza di avere tutto a fuoco e si scatta di conseguenza. Questo comporta che non si debba “impazzire” per mettere a fuoco, il che lascia massima libertà nel cercare l’attimo perfetto e la composizione migliore. Molti pensano che scattando in strada e in nome del carpe diem, ciò che sta “intorno” al soggetto abbia una valenza minore e invece dal mio punto di vista soggetto e sfondo devono essere “armonici” pena l’avere una foto “monca”. Per quello che riguarda le focali, va da se che l’uso di “corti” faciliti lo “stare in scena” da parte del fotografo, si dice che se una fotografia non è “buona” è segno che non ti sei avvicinato abbastanza; vero ma con qualche distinguo. Personalmente non sono uno di quei “puristi” che ritengono che oltre il 35mm non si possa fare una “onesta” fotografia di strada (in fondo Cartier Bresson usava prevalentemente il 50mm e immagino che ci sia poco da discutere), di certo, come detto, più ti avvicini e meglio è ma in certi casi anche un medio tele può andare bene, non amo assolutamente invece le immagini fatte con focali lunghe, spesso lasciano il tempo che trovano.
Amo le lenti a focale fissa (ma è questione di gusti) per due motivi: hanno fondamentalmente una qualità migliore e soprattutto obbligano chi scatta ad usare il cervello e le zampette (per cercare il taglio migliore), gli zoom spesso “impigriscono” senza che riusciamo a rendercene conto.
Dato per assodato che la macchina fotografica conta meno di zero (è solo un mezzo, il feticismo per gli aggeggi elettronico/meccanici non mi appartiene) ognuno deve trovare quella che è più consona alle proprie esigenze. Ho usato, senza nessun problema, una Nikon D700 (28,50,24/120) per qualche anno, poi quando i sistemi mirrorless hanno raggiunto un livello qualitativo simile a quello delle reflex sono passato senza nessun rimpianto al sistema X della Fuji. C’è qualità ma soprattutto una portabilità del tutto diversa che permette di avere sempre con se un “oggetto” fotografante. Personalmente, ma come detto non ha una gran importanza, ho una X100s che monta un 23mm (35 equivalente) che uso nel 90% dei casi e una XE1 con il 60mm (90 equivalente) che uso alla bisogna. Due corpi, due lenti (massima libertà d’azione) e se non riesco a fotografare così “agghindato” posso solo prendermela con me stesso (a volte sento la mancanza di una lente più corta 24/28 equivalente ma tant’è…), non c’è davvero bisogno di uscire con zaini pieni come se si andasse in guerra per fare dell’onesta fotografia di strada. Oltretutto avere un corredo limitato aiuta a conoscerne meglio pregi e difetti…

Dunque street è stare nella scena e sistema zonale e allora io fondamentalmente non lo sono, uso (nel 90% dei casi) l’autofocus, diaframmi aperti anche con ottiche corte e sono solito stare “mezzo” passo dietro (non ho nessun problema nel farmi notare) e allora?? E allora non saprei dire, di certo fotografo in strada (o dove capita…musei, bar, mare…) poi quel che sono sinceramente non so e fondamentalmente poco mi interessa. Il mio è un sorta diario quotidiano, un omaggio a coloro, che spesso inconsapevolmente, ho la ventura/fortuna di incontrare nel mio peregrinare per le strade di Milano. E’ come se osservassi me stesso in una sorta di specchio virtuale che trova la sua dimensione nel nostro reale quotidiano. Abbiamo tutti gli stessi volti, le stesse gioie, gli stessi timori, le stesse speranze: io sono loro, loro la trasposizione in immagini delle mie “emozioni” (o perlomeno ci provo…ahahahahahaah!!). E allora Street per me è in primis rispetto per il prossimo (chiunque e qualsiasi cosa può essere fotografata ma “tocca” avere l’approccio giusto, pena il produrre dell’immondezza fotografica senza il minimo senso se non quello di soddisfare degli ego del piffero), passione smodata, una minima dose di onestà intellettuale (che poi è la “molla” che indica il “fine” del nostro fotografare, scattare a cacchio non porta da nessuna parte) e last but not least un minimo di sensibilità nel saper osservare ciò che ci circonda.

Finisco di tediarvi parlando della progettualità. Gran bella cosa ma sono convinto che una fotografia di strada debba reggersi da sola, la progettualità semmai “arriva” nel tempo quando i soggetti ripresi, spesso inconsciamente, si ripetono (Erwitt e la sua infinita serie sui cani lo dimostrano in pieno).

Sono esausto…! Grazie per il vostro tempo 🙂

by Diego Bardone

Workshop “INNATURAL” – con ENZO TRUPPO – 12 aprile 2015

Workshop “INNATURAL”

Con ENZO TRUPPO

Innatural

Workshop a cura dell’artefice di B/W Soul Vision, Enzo Truppo, fotografo campano, apprezzato e stimato per la sua fotografia concettuale sempre carica di emozioni e ricca di messaggi, talvolta rivolti alle problematiche sociali.

Un workshop esclusivo suddiviso in parte teorica con:

-presentazione
-videoproiezioni
-lettura di portfolio
-suggerimenti sulla parte pratica
-confronto tra il fotografo e i partecipanti.

Parte Pratica:
In una suggestiva location, alle porte di Roma, tra rocce, alberi caduti e resti di una vecchia basilica abbandonata, lavoreremo a stretto contatto con la straordinaria interpretazione di due corpi nudi, due anime pure che
sprigioneranno, attraverso le loro delicate movenze, la forte ribellione a un mondo decisamente Innatural ed inquinato da tecnologie, pregiudizi ed intolleranze di ogni tipo.

A Chi è Rivolto?
A fotoamatori e non solo con una buona padronaza dell’espozizione fotografica.

Ottiche consigliate:
Medio Tele / Teleobiettivo

Numero massimo di partecipanti:20

Sessione di scatto: 2 h
Luce naturale – gioco di luce ed ombra e controluce

Sponsor:
Il collaborazione con ” Camera Service”, centro Assistenza Fotografia partener Canon, i partecipanti al Workshop avranno il privilegio di Pulizia Sensore e Check&Clean gratuita.

Gli esterni, in occasione di questo evento esclusivo, potranno approfittare del servizio “Pulizia Sensore e Check&Clean” a soli € 25,00 prenotandosi a:

CameraService Italia S.r.l.
Sede Legale ed Amministrativa
Isola G8 12° Piano Centro Direzionale Napoli(NA) 80143
Phone :081 7877196
Web Site: http://www.cameraserviceitalia.com/
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/CameraServiceItalia

Partner:
Domiad Photo Network and Canon Club Italia.
il più grande Network Nazionale dedicato ai più noti brand di attrezzature fotografiche per fotografi professionisti e fotoamatori.
Registrandoti all’indirizzo sottostante, con un unico account (email e password), potrai accedere a tutti i forum che ne fanno parte e condividere la tua passione.
http://www.domiad.it/forum/converge/
Pagina facebook:
https://www.facebook.com/Fotografia.Fotografi

Orario:
dalle 10,00 alle 18,00

Tutti i dettagli nel programma pubblicato nella Home.

Per info e prenotazioni
ShootingFactory SalaPosa
Via degli Olmetti, 18 Edificio B9
00060 Formello (RM)
Phone: 333.75.38.721 Arianna Bonafede
E-Mail shootingfactorysalaposa@gmail.com
Brunch: dalle 12.30 alle 13,30

 

 

I Reportage di B&W Soul Vision: ” The Ghost Of Tom Joad ” di Mario Lisi

” The Ghost Of Tom Joad ” di Mario Lisi

CoverQuesto è un progetto in opera da circa un anno: grazie al quale ho avuto modo di conoscere tante persone le cui storie, pur nella loro unicità, sono sovrapponibili.Spesso, e giustamente, sono stato visto con sospetto ed additato a disturbo: ma quando è stato possibile avvicinarmi e mostrare il “tipo di foto” che provavo a comporre molte delle remore nei miei confronti sono venute meno: talvolta suscitando anche lo sconcerto per talune mie idee azzardate.Il percorrere le strade comporta sempre una certa contiguità di argomentazioni ed approcci, taluni assimilabili, i quali hanno sempre affrontato l’argomento attraverso due atteggiamenti principali e contrapposti: quello predatorio e quello narrativo.

 

Attraverso questi miei scatti, attraverso una terza via, provo a raccontare il distacco e l’assuefazione che noi “comuni” abbiamo sviluppato nei confronti dei nostri simili e dei segni della loro calvario mossi da pudore, ma molto più spesso da ipocrita perbenismo.

 

Ho preferito ricorrere all’essenzialità del bianco e nero raccolto attraverso le focali corte, il 28mm ed il 35mm, facendo leva sui contrasti con l’ambiente ed i personaggi “ordinari”: cercando di cogliere anche elementi che potessero essere di rimando alla loro condizione, senza però necessariamente svelarne i volti.

By Mario Lisi

B&W Soul Vision Portfolio: Dino Lupani

” Essenzialismi ” di Dino Lupani

a cura di Enzo Truppo

 Il blog di Soul Vision è lieto di accogliere il portfolio di Dino Lupani.

Dino Lupani (10)Dino è un amico che ho conosciuto sul web di cui nutro grande stima, una stima alimenta dal suo grande talento. Dino rappresenta uno stile molto praticato, quale la LANDSCAPE, emergendo ed evidenziandosi per il suo modo personale di interpretarla.

Nelle sue fotografie vi sono caratteristiche molto evidenti, si nota una grande conoscenza tecnica ed un forte senso compositivo. Ha una visione della realtà molto personale questo gli permette di catturare in modo originale le scene che non gli si presentino dinanzi in modo casuale ma che lui trova in un’approfondita ricerca. Caratteristica principale che rende particolare le foto di Dino è la ricerca per il bello… nelle sue foto, infatti, emerge la tanto decantata ‘Passione’, che smuove l’animo e quello di Dino è mosso ed è la passione che nutre per la fotografia che lo porta a compiere notevoli sacrifici. Per catturare quelle scene bisogna conoscere, osservare, studiare…imparare le stagioni, gli orari, i tempi, i venti, insomma bisogna essere consapevoli di ciò che accade in natura, Dino è a conoscenza ed è ben consapevole. Ed è consapevole che è la sua volontà che gli permette di compiere dei “sacrifici” ripagati da momenti e scene difficilmente rimovibili non su carta ma nel cuore e nella mente.

La grande capacità di Dino è anche il comprendere che ogni foto ha bisogno di una chiave di lettura differente. Potremmo dire che Dino non ha un ‘suo stile’ ma rispetta profondamente l’essenza delle scene attratte dai suoi occhi, dal suo vedere e questo fa di Dino non protagonista ma un “mezzo” un’opportunità per quelle scene di poter essere comprese ed esaltate nella propria essenza.

Conoscere cioè che ti circonda, conoscere il tempo, soffermarsi ad osservarlo, non facendolo scivolare ma assimilarlo, quasi contemplarlo, permette a Dino e a tutti noi di sentirci parte di un insieme, apparentemente un luogo comune ma che nasconde magia.

Lo staff di Soul Vision ringrazia Dino per averci donato queste bellissime e opere.

 

Buona visione a tutti…

By Enzo Truppo

Street Photographers di Diego Bardone

“Street Photographers”

a cura di Diego Bardone

Diego Bardone

Diego Bardone

Nell’altro articolo abbiamo “ciarlato” un po’ del perché il fotografare in strada è fondamentalmente bello e stimolante, in queste poche righe forse vale la pena dare qualche cenno storico (per quelle che in fondo sono le mie limitate conoscenze).  Eugene Atget, anche se non è stato il primo (ma di sicuro il più “famoso”), viene riconosciuto come padre della fotografia di strada. Da lui in poi Parigi diventerà fulcro di questo genere per quel che riguarda il lato Europeo, basti pensare ai vari HCB (Henri Cartier-Bresson), Doisneau, Izis e Boubat. Personalmente la folgorazione sulla fatidica via di Damasco l’ho avuta assistendo ad una mostra, in quel di Cinisello Balsamo, che racchiudeva in se l’opera di HCB (l’India), Doisneau e Boubat., per cui è facile comprendere come il mio gusto personale sia del tutto influenzato dai succitati. HCB non ha bisogno di presentazioni, così come il buon Doisneau (di cui ho sempre adorato la vena ironica e quel suo “mischiarsi” tra la gente comune andando per le strade sì ma frequentando anche ogni genere di locale) mentre Izis e Boubat sono meno conosciuti ai più. Di loro, veri poeti dello stare in strada, amo quella visione assolutamente romantica e a volte malinconica che immancabilmente hanno “trasmesso” nei loro lavori. Ovviamente è assolutamente questione di gusti, un po’ come quando si dibatteva se fosse meglio il rock americano o quello anglosassone, in fondo di autori di assoluto pregio che hanno fatto la storia della fotografia di strada e non solo (come ho già detto le gabbie sono un limite e la distinzione andrebbe sempre fatta su ciò che è “buona” fotografia e ciò che non lo è) ce ne sono davvero molti. Robert Frank sulla sponda Americana ha mostrato un mondo totalmente diverso dai “romanticoni” di cui sopra, ha dipinto la società Americana per quel che era, lasciando poco o nulla all’immaginazione, ha forse per primo mostrato le strade e le persone che le abitano per quel che sono. Immagini forti, di gran impatto, piene di dettagli e personaggi inseriti con un gusto compositivo fuori dal comune, così come ha fatto Garry Winongrand,

William Klein

William Klein

lui, Frank e Klein (ci sarà una sua retrospettiva a Milano a partire dal Dicembre 2015 ed è un evento assolutamente imperdibile) rappresentano il Tris d’assi Americano in risposta al poker Francese (il tutto badate bene è “limitato” perché non includere Ronis da una parte e Meyerowitz dall’altra per esempio è un “delitto”)…e allora per par condicio va incluso di diritto Elliot Erwitt anche se come stile, modi e approccio è di sicuro più “vicino” ai colleghi Francesi (ed infatti è nato a Parigi anche se poi viene considerato un “americano” verace).

Il consiglio, ma è lapalissiano, è quello di “studiare” quelli che sono stati (e sono ancora) i grandi maestri del passato: si impara di sicuro qualcosa e si “ciba” l’anima…

Per concludere mi preme dire una cosa, spesso si crede che una street photography venga fatta da chi fotografa ma in realtà non è così, ogni fotografia fatta in strada si “riceve” (concetto estrapolato da un bellissimo articolo che ho letto tempo fa), nel senso che è praticamente impossibile pianificare quello che sarà, la bravura di chi sta dietro ad un mirino è dettata dal suo talento, dalla sua abilità di riuscire in qualche modo a “prevedere”, dalla sua esperienza e dalla sua predisposizione d’animo. Si scatta “cercando l’attimo decisivo” (e questo dal mio punto di vista attiene solo al talento) ma il resto davvero è legato al destino e alla fortuna e non è un caso che il buon HCB fosse solito dire che per fare una buona fotografia ci vuole una gran dose di fortuna (il che ovviamente non vuol dire “sparare ad minchiam” su qualsiasi cosa si muove).

Alla prossima, sempre che abbia ancora qualcosa da dire… 🙂

by Diego Bardone

B&W Soul Vision Portfolio: Gianpietro Di Molfetta

I Ritratti   – Portfolio di Gianpietro Di Molfetta

a cura di Paola Marinangeli

GIANPIERO DI MOLFETTA (10)Sono particolarmente felice di condividere con gli amici del nostro Gruppo e del nostro Blog, alcuni pensieri…alcune mie sensazioni , commentando una serie di foto molto belle di Giampiero di Molfetta, lo faro’ come direttore artistico del nostro gruppo, questa e’ diciamo…la mia veste istituzionale, ma ancora di piu’ lo faro’ come innamorata della fotografia in bianco e nero, della ‘bellezza’ in tutte le sue molteplici sfaccettature , come appassionata di ‘moda’ perche’ questo portfolio che Giampiero ci propone non puo’ essere etichettato solo con il termine ‘ritratti’. Come sempre faccio nei miei articoli non evidenziero’ il fattore ‘tecnico’, perche’ la tecnica e’ importante e lo diciamo sempre, del resto la scelta di evidenziare, pubblicare un portfolio nel nostro BLOG richiede da parte nostra una giusta selezione che tenga conto di molteplici fattori, ‘tecnica’ inclusa, piuttosto voglio privilegiare l’emotivita’….la suggestione….il fascino….l’emozione che queste belle foto suscitano in me e sono certa, non mancheranno queste foto di attirare, catalizzare l’attenzione di tutti i nostri amici frequentatori del blog.
Quello che piu’ mi ha colpita ad una prima visione di questo portfolio e’ l’uso eccellente della luce, caratteristica essenziale della nostra fotografia in bianco e nero, una luce soffice, che accarezza i volti, che evidenzia le textures, che sfuma sul fondo esaltando i contrasti tonali ma sempre con grande equilibrio, estrema eleganza…ecco…un’altra caratteristica ELEGANZA , eleganza e bellezza…quindi fashion…quindi ricerca attenta nel trucco, negli accessori, nel…mood che ognuno di questi ‘ritratti’ vuole suggerire. Mi piace evidenziare dei fili conduttori…delle fonti di ispirazione particolari in questo ‘prezioso’ portfolio, un certo sapore d’Africa per esempio, bellissimo il ritratto della modella con turbante, l’angolo di ripresa mette in evidenza il viso, il fascino di questo volto ‘esotico’ e sfuma delicatamente le spalle, la collana, il turbante e’ sapientemente annodato come sanno fare in maniera eccelsa le donne africane , ampiamente ‘copiate’ dall’haute-couture perche’ l’Africa con le sue forme, i suoi colori, e’ sempre una grande fonte d’ispirazione, ed ancora un riferimento al Nord Africa nell’altro ritratto con turbante, piu’….aristocratico….direi mi piace il turbante ed il dettaglio del pizzo, il grande orecchino sull’abito rigoroso, semplice tubino nero. Un altro filo conduttore che accomuna piu’ di un ritratto e che mi ha colpita….il riferimento alla bellezza degli anni 40 – 50 un certo tipo di foto ‘glamour’ che ci riporta alla mente bellissime dive del cinema, le pose sensuali, languide ma senza esagerazione…ne’ tantomeno…volgarita’ o ammiccamenti….i piccoli cappelli con la veletta, il gioco della veletta sul volto, la seduzione di un merletto, il trucco molto curato (complimenti ai tuoi collaboratori Caro Giampiero) un ideale di bellezza RETRO’ ma interpretata con l’occhio di un fotografo moderno che indubbiamente e’ ‘figlio’ di grandi maestri ai quali , sono sicura, piu’ o meno si sono ispirati e si ispirano tutti coloro che si dedicano alla fotografia ‘fashion’ ed un nome su tutti, anche perche’ lo amo molto…Edward Steichen. Un ‘mood’ piu’ contemporaneo anche se nella classicita’ di una fotografia che e’ fatta di eleganza ed equilibrio, nel ritratto molto rigoroso della modella col volto delicatamente accarezzato dai capelli, da quest’onda di capelli che quasi copre meta’ del viso, un espressione intensa, una scala tonale soffice ed il dettaglio del giro di perle….piccoli lampi di luce, traslucido vibrare che emerge dalle ombre, ed ancora ‘fascino’ le mani ‘racchiuse’ da guanti di pizzo e ancora ‘toulle’ leggero..evanescente, a contrastare il biondo dei capelli. Se dovessi con una sola parola descrivere questo portfolio…beh…credo userei proprio la parola ELEGANZA , per quell’insieme di elementi armonici….che si fondono l’uno nell’altro…quindi i dettagli, la ricercatezza nelle pose, la cura nel trucco….l’idea di eleganza, seduzione, richiami a culture diverse….strizzando l’occhiolino ai periodi d’oro dell’Alta Moda e della Fotografia di moda… naturalmente la TECNICA, il sapiente uso della luce, l’equilibrio compositivo, insomma una serie di ‘ritratti’ di fotografie che si lasciano ammirare e che lasciano nell’osservatore l’idea….la sensazione…della BELLEZZA pura !

by Paola Marinangeli

 

Street Photographers di Diego Bardone

“Street Photographers”

a cura di Diego Bardone

Diego Bardone

Diego Bardone

L’avvento del digitale ha fatto sì che molti in questi ultimi anni si siano avvicinati a questo genere, sinceramente io non ho una ricetta che vada bene per tutto ma di sicuro ho una mia “visione” personale.

Parto dal presupposto che per fotografare in strada ci voglia in primis rispetto per il prossimo, le porcherie che si vedono in giro fatte nel nome del “carpe diem” o del diritto di informazione le detesto con tutte le mie forze e dal mio punto di vista rappresentano solo la pochezza d’animo di coloro i quali brandiscono una macchina fotografica per le vie delle nostre città. Rispetto e poi passione smodata…la passione smodata è quella che ti fa girare per ore senza scattare una immagine (ma con la voglia di uscire il giorno dopo) oppure quella che ti fa aspettare in “eterno” perchè ciò che “hai immaginato” poi si avveri. Quando Abbas dice: “Get a good pair of walking shoes and…fall in love” dice una gran verità…questo è lo stare in strada per me. Tralasciando ogni aspetto tecnico (può essere affrontato in seguito e ci sono varie scuole di pensiero) e di genere (street è Doisneau così come lo è Gilden e sono agli antipodi tra loro) mi verrebbe da dire che una fotografia di strada debba avere in se qualcosa che attiri l’attenzione di chi guarda al primo impatto: le foto non hanno bisogno di nessuna spiegazione ne tantomeno di titoli, devono “parlare” da sole. Il “succo” può essere qualcosa che rafforzi un concetto o qualcosa che lo neghi, può essere un momento ironico o un momento che per certi versi racconti il nostro tempo ma per come la vedo io può anche essere un momento in cui non succede nulla ma che ha in se un soggetto forte, uno sfondo altrettanto importante e una composizione impeccabile. Questa fotografia mi sembra che dimostri in pieno che non necessariamente debba succedere qualcosa di eclatante se l’occhio di chi osserva è “attento” e “sensibile”  http://1x.com/photo/150399/all:user:128817 poi se sia “Street” o meno sinceramente non saprei dire e fondamentalmente non mi interessa, le gabbie spesso sono limitanti e la distinzione andrebbe fatta tra ciò che è “buona” fotografia e ciò che non lo è…

Per quel che vedo a web, molti degli autonominati “streephers” non hanno idea di ciò che fanno e non ce l’hanno per due motivi secondo me: A) L’ignoranza (ovvero la mancanza di una solida cultura fotografica e tra questi per certi versi ci sono anch’io…tocca studiare, documentarsi, leggere libri, osservare mostre e fotografie di altri come fossero “cibo” per il nostro crescere) B) Perchè vivaddio non siamo tutti uguali, se lo fossimo saremmo tutti Salgado e fortunatamente di Salgado ce n’è uno solo. Come a dire che “tocca” sì studiare ed applicarsi ma che “l’estro” è un dono che non tutti hanno.

Personalmente ho sempre un mare di dubbi, detesto poco amabilmente coloro che vivono di certezze e cercano di “imporle” agli altri senza avere ne il carisma ne le capacità per farlo.

Fortunatamente si incontra sempre chi ne sa più di noi e per quel che ho potuto vedere queste persone, se ti poni nel modo giusto, sono sempre disposte ad aiutare… Ci vuole un minimo di umiltà nella vita.

In fondo è vero che siamo ciò che fotografiamo, per cui il mio consiglio è quello di “guardarsi” dentro e capire davvero ciò che vogliamo dal nostro fotografare (in strada in questo caso), è così bello bello vagabondare e stare in mezzo agli altri con una macchina fotografica per le mani sentendosi “uno degli altri”. Penso e ne sono convinto che se riusciamo a sentirci in sintonia con ciò che ci circonda allora siamo anche pronti ad aggiungere il nostro piccolo tassello di memoria (e la fotografia in primis è memoria) per coloro che verranno dopo di noi, tanto più considerando che generalmente le fotografie di strada assumono “valore” con il passare del tempo. Si potrebbero scrivere fiumi di parole ma per il momento mi fermo qui. Se qualcuno ha piacere di dare un occhio aggiungo i link a due collettivi (uno straniero ed uno Italiano) che includono autori di assoluto valore (Matt Stuart è un vero maestro del genere). Grazie a tutti per l’attenzione.

http://http://www.in-public.com/MattStuart/

 http://www.spontanea.org/

by Diego Bardone

B&W Soul Vision Portfolio: Lillo Bonadonna

I Ritratti   – Portfolio di Lillo Bonadonna

a cura di Enzo Truppo

Lillo BonadonnaParlare di Lillo, oltre che a parlare di un amico, di un fratello, di una persona che ha collaborato attivamente per la crescita del nostro amato gruppo … bene, Lillo è il Ritratto !

Grande interprete di una “disciplina” apparentemente “semplice” ma che cela grandi conoscenze tecniche ed un elevata sensibilità. Lillo interpreta tutto ciò alla “vecchia maniera”, quando il ritratto descriveva non solo l’aspetto estetico fine a se stesso ma interpretava in modo intimo e profondo quello che si cela dietro i loro sguardi, nella loro anima.

Nei suoi ritratti tutto è ordine e bellezza, la grazia e la compostezza delle posture dei soggetti ritratti da Lillo non sono mai lasciati a caso, ogni movenza del corpo è in perfetta sintonia e ci donano quella dolce melodia del passato, un passato che non ha tempo e che si ripropone costantemente in ogni epoca, perché la vera “bellezza”, il buon gusto ed il rigore tecnico, sono principi e valori che dobbiamo tenere sempre presenti e custodire con “avidità”.

Lillo ci ha donato questa magnifica serie di Ritratti, immagini che vanno prese come esempio di stile e di raffinato buon gusto. Una lezione tecnica ed etica di una “disciplina” che ahimè viene distorta e violentata con immagini che di ritratto non hanno niente, se non la forza brutale dell’indecenza.

Vediamo tanti volti, sguardi che catturano la nostra attenzione, dove gli occhi sono elementi predominanti e incontrastati e ci raccontano, come in un viaggio solitario il nostro mondo, la nostra stessa essenza.

Ringraziamo Lillo per il dono che ci ha fatto e ci complimentiamo ancora per questa magnifica serie di Ritratti.

by Enzo Truppo

“Terra di risaie” – di Graziano Perotti – in mostra dal 14/02/2015 al 29/03/2015 a Vigevano

Terra di risaie

Mostra fotografica di Graziano Perotti

Graziano Perotti

 

Il 2015 è un anno carico di avvenimenti, un anno che si può ripetere circa ogni 100 anni in una nazione, è l’anno in cui Milano ospiterà l’EXPO, evento dal titolo “Nutrire il pianeta – energia per la vita”. Mille inziative, eventi, convegni ma soprattutto anche grandissima fotografia.

Desidero condividere con tutti Voi le informazioni per poter visitare una delle mostre più importanti collegate all’EXPO.

Graziano Perotti esporrà una personale, sulle risaie della Lomellina, in quel di Vigevano, mostra patrocinata direttamente dagli organizzatori dell’EXPO e dalla Città di Vigevano e che farà da apertura a una serie di personali dei grandi maestri della fotografia.

Il Fotografo pavese, schivo alle luci della ribalta, che predilige il fare rispetto al dire di aver fatto, affronta con 35 capolavori il tema del riso nella terra della Lomellina dove da secoli si mantiene e perpetua la tradizione di tale coltivazione. Il riso quale elemento di nutrizione universale presente in tutte le culture, elemento che unisce, elemento che richiede sacrificio, dedizione e amore per essere coltivato.

Perotti, grazie alla sue opere, riesce a trasmettere tutto ciò, riesce a trasmettere in modo elegante ed intenso una miriade di emozioni, sorprese e chiavi di lettura come solo i grandi riescono a fare.

35 capolavori che confluiranno in due pubblicazioni, purtroppo e ripeto purtroppo, non in commercio, talmente di alta qualità da meritarsi la presentazione di Roberto Mutti e in conclusione una poesia scritta dal Maestro Giovanni Gastel.

Che dire di più, se non che questa mostra è una di quelle IMPERDIBILI.

 by Andrea Rossato

La semina del riso - © Graziano Perotti

La semina del riso – © Graziano Perotti

Informazioni

La mostra Terra di risaie  viene ospitata in uno spazio esclusivo del Castello Sforzesco di Vigevano: la Strada Sotterranea. Si tratta di un percorso in discesa che, in 167 m conduce dal maschio del cancello fin fuori le sue mura, nei pressi del luogo in cui un tempo sorgeva la Rocca Vecchia. Un’opera di ingegneria militare straordinaria che oggi vede il succedersi di importanti eventi culturali.

La mostra Terra di Risaie è visitabile dal 14 febbraio al 29 marzo2015 dal martedì al venerdì dalle 14.00 alle 17.30, il sabato e i festivi dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30. L’ingresso è gratuito. Per informazioni si può telefonare all’Ufficio IAT di Vigevano 0381690269 o all’ Infopoint del Castello 0381691636.

I Reportage di B&W Soul Vision: ” La Siria ” di Selma AVCI

” La Siria ” di Selma AVCI

a cura di Enzo Truppo

Macerie, rovine, un adeguamento disumano delle condizioni di vita. Un popolo in ginocchio, privato di ogni diritto umano e anche della vita stessa. In questo reportage di Selma possiamo “vivere” e riconoscere la tragedia che attanaglia il popolo Siriano, un popolo costretto ad una condizione di fuga, all’abbandono di ogni avere per cercare riparo nei paesi confinanti alla ricerca di una presumibile “salvezza”. Selma ci descrive tutto ciò con  immagini di forte personalità, con un bianco e nero “violento”, profondo, senza misura. Anche nei tagli riconosciamo una grande forza espressiva, dove tutto è al limite, come quel limite dei diritti umani ampiamente varcato. Gli esseri umani si adattano ad ogni condizione per sopravvivere e quello che più mi ha colpito in queste immagini è vedere la vita che continua, vedere bimbi giocare tra la macerie, con in mano una semplice bambola di pezza. Vedere Madri lavorare in condizioni disagiate ma che nonostante ciò non rinnegano il loro ruolo. Si vive di speranza, quella speranza che un giorno torni a risplendere il Sole nelle loro vite, una speranza di cui farci carico per alimentare e rendere certezza  che quelle macerie restino solo memoria delle “rovine umane” .

Stiamo assistendo a troppe guerre, troppi morti legati tra di loro solo ed esclusivamente dall’avidità umana che cerca di nascondere la propria tirannia dietro a subdoli e meschini ideologie politiche e religiose.

La fotografia vive solo se noi saremo capaci ad andare oltre i limiti di se stessa, senza una storia, senza un pensiero e più di tutto senza AMORE niente ha un senso e resterebbe tutto delineato da quattro lati che custodiranno semplicemente il nulla.

Grazie  per questa testimonianza diretta, per questo racconto di vita intriso di morte.

Grazie Selma.

by Enzo Truppo

I MultiVision di B&W Soul Vision: TOP of The Day Gallery 2014

Oggi “B&W Soul Vision” vi vuole ringraziare per aver lasciato il segno in una delle gallerie più prestigiose fra le tante che quotidianamente si impreziosiscono delle vostre creazioni: la “TOP of The Day Gallery” 2014. E’ un piccolo omaggio con il quale avrei voluto aprire il nuovo anno ed accoglie appunto le migliori selezioni del nostro Staff fra le numerosissime proposte che ci avete gentilmente inviato nell’anno appena trascorso. E’ stato bello per me rivivere tanti momenti ed emozioni, scoprire quanti siete e quanta passione ed amore per la fotografia scorre fra le tante bellissime immagini. In un certo senso posso dire di aver voluto rivivere tutte quelle sensazioni che ci siamo scambiati ogni qual volta uno scatto colpiva la nostra fantasia ed una selezione rendeva a voi la sensazione di esserci riusciti, oltre alla gioia per la sorpresa. Ogni giorno ci parlate di voi, ci raccontate le vostre storie, ci fate scoprire nuovi mondi e ci stimolate al confronto. Noi dello Staff siamo felici per questa opportunità e per la vostra costante e preziosa risposta, come presenza e come qualità dei lavori. Grazie ancora da parte di tutto lo Staff e buona visione !

by Stefano Marasà

Elenco Autori:

Adalberto Gourgel
Adele Caracausi
Adriana Caruso
Aitor Arana Arruti
Alambicco Plumbeo
Alberto Sabato
Alberto Scacchetti
Alessandro Cocca
Alessandro Pampolini
Alfredo J. Llorens
Ambra Menichini
Amy Kiley
Andi A Halil
Ando Fuchs
Andrea Gasparotto
Andrea Migliorini
Andrea Rossato
Andreea Nechita
Anjali Tirkey Fotofolio
Annie Steele
Antonella Speziale
Antonio E. Ojeda
Antonio Siano
Apungbekeja
Bora Çınar
Boy Jeconiah
Bunnawath Foto
Carlos Lopes Franco
Carole Pampoulie
Daniel Antunes
Daniel Tjongari
Daniela Pungitore
Daras Bareya
Davide Poggi
Debora Morelli
Diego Bardone
Diego Loffredo
Djole Alen
Donati Maurizio
Duccio Monfardini
Eduard Frances
Eduardo Nakamura
Egea Torrent
Elena Bovo
Emanuele Bencivenga
Enrico La Bianca
Ermanno Gianneschi
Fabio Berg
Fabio Gori
Fabio Ruggieri
Fabio Sartori
Fernando Moreira
Francesco Merenda
Franco Gardiman
Fulvio Pettinato
Gavino Idili
Giampiero Di Molfetta
Gianni Profeta
Giovanni Cassarà
Giovanni Nardini
Giuseppe Bartuccio
Giuseppe Basile
Giuseppe Soldo
Goran Boricic
Hamni Juni
Henry Wang
Illavis Vuelle
Iman Rivanda
Ismail Tuncalp
Jennifer Gerst
Jianwei Yang
Joaquim Machado
Jorge Bacelar
Jose Beut
João Fernandes
Jufri Mustafa
Julien Sanine
Just Gelburje
Kali Placencia
Khalid Youssef A
Kirby Trapolino
Klaus Priebe
Laura Mexia
Leyla İlham Kazdal
Lino Rusciano
Luciano Cardonati
Luis Mata
Luiz Navarro
Mahesh Krishnamurthy
Marcello Saba
Marco Colombari
Marianna Mosconi
Mario D’Alfonso
Mario Steigerwald
Massimo Renzi
Masumi Nakahashi
Max PhotoGros
Michael Schaidler
Michele Ciriali
Michele De Bonis
Michele Sorrentino
Milad Safabakhsh
Mohammed Hassan Shurrab
Mosonyiné Sülyi Judit
Nick Lee
Nick Moore
Nolandia Wijaya
Nurul Fikri
Paolo Corradini
Paula Marcili
Paulo Benjamim
Photografer Natalia Pipkina
Pier Luigi Saddi
Pietrino Di Sebastiano
Pietro Albertelli
Pinpin Nagawan
PraNa SaTya
Raffaele Granato
Ricardo Duarte
Ricardo Mateus
Rizky FA Sang PecanduHujan
Roberto Burchi
Roberto Giacomelli
Roberto Pireddu
Rosita Delfino
Sandra Požun
Sang PecanduHujan
Satoru Fukuda
Saturas Muhammad
Selma Avcı
Selma Fernandes
Selva Avci
Sherry Akrami
Sol Marrades
Somyot S Blend Werk
Stefano Puviani
Sudheer Uralath
Sureti Alem
Susanna Aldrovandi
Tom Wolters
Vincenzo D’Alessio
Vincenzo Tessarin
Wind Force
Wolfgang Mothes
Yucel Basoglu

B&W Soul Vision Portfolio: Adalberto Gourgel

 Madreterra  – Portfolio di Adalberto Gourgel

a cura di Enzo Truppo

Golungo Alto 8-10-2014  (231)L’Africa rappresenta l’origine di tutto, della nostra stessa esistenza,siamo tutti figli di questa terra meravigliosa. Forse il nostro genere “umano”, credo non sia abbastanza riconoscente verso questa terra, siamo stati e siamo figli indisciplinati, irrispettosi. Questo riguarda soprattutto noi “occidentali” che ci lasciamo trascinare dalla menzogna del “dio” denaro. Il popolo Africano, come ce lo descrive il nostro caro amico Adalberto, vive ancora in simbiosi con la sua cara “Mamma”. Usi, costumi e tradizioni sono quasi immutati in queste rappresentazioni, dove possiamo ammirare ancora bimbi privi di ogni vestito che si divertono in ampi spazi e con giochi semplici. Si respira un forte senso di libertà, un gran senso di appartenenza e di rispetto di quello che la terra offre. Tutto viene vissuto con grande semplicità, dando priorità solo ed esclusivamente ai beni primari. Noi occidentali ci vantiamo di avere tutto e di possedere il mondo, di gestirlo, di controllarlo ma è solo un illusione, una falsità che paghiamo ogni giorno sulla nostra pelle. I nostri figli non giocano liberamente per strada, sono vittime del “progresso”, avvolti dalla paura che regna nel nostro tempo. In queste immagini vediamo rappresentata una sorta di “povertà” per i nostri occhi ma che in verità è ricchezza e purezza di sentimenti. Adalberto ci propone questi racconti con grande cognizione dell’essere, del sapere … Scorgiamo abbracci fraterni, sorrisi spontanei e occhi luccicanti; espressioni di emozioni che non sappiamo più riconoscere e vivere. Tutto è silenzio in queste foto, un silenzio che “urla” e inneggia alla vita, quella vera, fatta di sapori e tradizioni che appartengono agli esseri capaci di vivere in modo semplice e vero. Qui non servono giacca e cravatta per illudere la gente, qui tutto si mette a nudo e parla con parole semplici.

Vorrei scrivere ancora tanto di queste immagini, di quello che rappresentano ma credo che il modo giusto sia viverle attraverso i suoi occhi, gli occhi di chi l’Africa la vive e la rispetta.

Grazie Adalberto, ci hai donato delle storie su cui riflettere, storie di vite che insegnano a VIVERE !

by Enzo Truppo